Approfittando del cambiamento culturale in atto, molti datori di lavoro potrebbero assumere talenti in modalità smart working nei paesi emergenti, riducendo il costo del lavoro.
I sindacati sono preoccupati poiché tale prospettiva rischia di gravare sull’occupazione nazionale.
Si stima, infatti, che il numero totale di posti di lavoro in smart working nelle economie sviluppate si aggira intorno ai 160 milioni.
Mentre il numero di lavoratori a distanza potenziali nelle economie a basso e medio reddito si avvicina ai 330 milioni.
Domanda e offerta potrebbero incrociarsi facilmente a distanza bypassando Centri per l’Impiego e agenzie per il lavoro sul territorio nazionale.
Le imprese naturalmente ne trarrebbero notevoli vantaggi risparmiando sui costi.
Istituzioni ed Enti locali rimarranno lontani dalla tentazione? Molto dipenderà anche dal comportamento degli impiegati statali,
accettando di lavorare da casa apriranno le porte ad una possibile transizione lavorativa,
sfavorendo il consueto cambio generazionale interno che ha sempre tutelato e garantito il lavoro agli Italiani.
08 luglio 2021 10:10 |